venerdì, Maggio 3, 2024

Ario: veramente difficile fare peggio – Recensione senza peli sulla lingua

**ARIO: LA DELUSIONE DI UN GIOCO 2.5D**

Lo avrete intuito dal titolo, questa di **Ario** non sarà una **recensione** lusinghiera. Anzi. Uscito il 1° aprile – e forse già questo doveva farci presagire un enorme scherzo – per questo titolo sviluppato da **Vata Games** non avevamo aspettative altissime.

Il gioco è essenzialmente un **platform in 2D**. Anzi 2.5D, dato che c’è un elemento di tridimensionalità che però non possiamo mai sfruttare nel movimento del nostro protagonista. La storia ruota intorno al personaggio di Ario, un giovane che si ritrova a combattere i soldati di una misteriosa forza malvagia che ha rapito sua madre.

**LA RECENSIONE DI ARIO: COME CI È SEMBRATO IL VIDEOGIOCO**

Avendo installato il gioco su PlayStation 5, la delusione (e confusione) è cominciata già al primo avvio: **il gioco è settato di default in lingua persiana**. Non chiedeteci perché, non lo sappiamo.

Il primogrosso problema è stato quindi affannarci in una complessa operazione di traduzione per capire come accedere alle impostazioni di lingua. Ancora una volta: era il 1° aprile, qualche campanello di allarme ci era suonato.

Una volta completata la prima quest (cioè quella di settare il gioco in inglese) ci siamo ritrovati dinnanzi al Tutorial che ci spiega le basi del gioco. Come il più classico dei platform le meccaniche sono quelle consolidate: **salta**, **attacca** e **attacca mentre salti**. A queste si unisce la possibilità di tirare frecce e bombe col nostro arco, con un sistema puntamento che credevamo fosse scomparso da decenni (e che purtroppo ci siamo ritrovati in Ario).

**OH NO, UN BUG**

Tuttavia, neanche il tempo di capire come usare l’arco, che **un gigantorme bug** ha stoppato l’esperienza di gioco: un’area del gioco non risultava accessibile. Ci è toccato riavviare, mentre l’ipotesi pesce d’aprile prendeva sempre più forma nella nostra mente.

Dopo aver finalmente completato il tutorial, il nostro viaggio ha avuto finalmente inizio con una prima **cutscene statica**. Da qui cominciamo le missioni, che sono pressapoco identiche tra loro, se non fosse per le ambientazioni e le varietà di nemici.

In realtà, quando non si incontrano bug assurdi e bizzarre cutscene in lingua persiana (?), il gioco è anche gradevole, con** rimandi neanche troppo velati a Prince of Persia**. Il problema è che il paragone con Prince of Persia serve solo ad asfaltare ulteriormente il titolo di Vata Games.

**LA RECENSIONE DI ARIO: 2D? 3D? Facciamo 2.5 e mettiamo d’accordo tutti**

Le** ambientazioni presenti in Ario sono molto carine**. Sono forse l’aspetto migliore del gioco, dato che **i combattimenti e il parkour non risultano mai davvero divertenti**. Anche qui però non mancano elementi a rovinare la festa.

La **tridimensionalità dello sfondo** ci lascerebbe presagire interazioni con la scena (di cui certamente il titolo avrebbe beneficiato). E invece no, il nostro Ario – che a proposito parla solo ed esclusivamente una lingua a noi sconosciuta che presumiamo possa essere persiano inventato – **può muoversi solo in orizzontale, fatta eccezione per alcune specifiche zone in cui ci si sposta in obliquo**.

**È TUTTO DA BUTTARE?**

Siamo cattivi se diciamo si? **La storia è alquanto banale**,** il gameplay ripetitivo** **e le cutscene in persiano non aiutano a rendere coinvolgente e immersivo il gioco**. Ci sono brevi sprazzi di piacevolezza – per alcuni livelli – immersi in un clima di costante disperazione, sul quale aleggia costanteil fantasma del pesce d’aprile.

Se siete fan dei platform 2D potreste apprezzarlo. Ma ancora una volta: se siete fan dei platform 2D avrete sicuramente titoli decisamente più entusiasmanti a cui dedicarvi.

Sentitevi liberi di provarlo e di dirci la vostra, ma siate consapevoli che questo gioco non è un pesce d’aprile. Purtroppo.

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