lunedì, Maggio 20, 2024

Aumenti tariffe telefoniche e dati e nuove regole AGCOM 2024

AUMENTI DELLE TARIFFE TELEFONICHE FIGLIE DEGLI ADEGUAMENTI CONTRATTUALI

Poco prima di Natale, AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha approvato e pubblicato il nuovo regolamento in materia di contratti relativi alla fornitura di servizi di comunicazioni elettroniche. Gli operatori di telecomunicazioni devono adeguare i rispettivi modelli contrattuali e adottare tutte le misure necessarie affinché gli utenti finali dispongano, prima della conclusione del contratto, delle informazioni elencate nel provvedimento. Sebbene il fine ultimo, come evidenziato dall’Autorità, sia quello di offrire maggiori tutele agli utenti finali, il nuovo regolamento potrebbe portare ad aumenti delle tariffe telefoniche e dati nel corso del 2024. Curiosamente, considerata la portata del provvedimento, fino ad oggi se ne è parlato tutto sommato piuttosto poco.

ADEGUAMENTO DEI PREZZI ALL’INFLAZIONE

I principali operatori, tuttavia, hanno spesso lamentato l’applicazione di tariffe troppo basse, soprattutto se paragonate con l’andamento dell’inflazione. Così, hanno proposto di applicare una serie di modifiche sui contratti in essere, introducendo allo stesso tempo nuovi “standard” per i contratti stipulati ex novo con gli utenti finali.

Esaminando il testo del regolamento AGCOM, si apprende che l’Autorità ha solo parzialmente accolto le istanze degli operatori. Questi ultimi, infatti, hanno la facoltà di proporre ai clienti modifiche delle condizioni contrattuali e possono effettivamente prevedere un adeguamento periodico all’indice dei prezzi al consumo. L’applicazione delle nuove tariffe, tuttavia, può avvenire solo dietro esplicita accettazione, in forma scritta, da parte dell’utente finale. Nel caso in cui l’utente non accettasse la modifica, devono obbligatoriamente restare in vigore le condizioni contrattuali già previste (articolo 8-quater).

AGCOM chiarisce inoltre che l’indice di riferimento da prendere in considerazione per adeguare le tariffe telefoniche è il FOI (Indice Nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati). Si tratta dell’unico strumento che può essere utilizzato per valutare l’andamento dell’inflazione e modulare i prezzi proposti annualmente ai clienti, titolari di contratti per servizi di telecomunicazioni. Ovviamente se l’inflazione dovesse scendere, anche i prezzi delle tariffe telefoniche dovranno a loro volta abbassarsi. Per i contratti legati all’indice FOI, quindi, l’operatore è chiamato ad adeguare i prezzi offrendo canoni più ridotti agli utenti finali.

IN QUALE CASO L’UTENTE PUÒ PASSARE A UN’OFFERTA SENZA ADEGUAMENTO ALL’INDICE FOI

Anche qualora l’abbonato avesse accettato un contratto con adeguamento all’indice FOI, nel caso in cui i prezzi dei canoni di abbonamento subissero una variazione superiore al 5%, l’utente può comunque chiedere all’operatore il passaggio a un’offerta commerciale con analoghe caratteristiche, che non preveda il meccanismo di adeguamento. Questo tipo di migrazione deve avvenire senza costi per l’utente. Il recesso, quindi, non è previsto a valle di un adeguamento tariffario che segua l’inflazione. A meno che la variazione rispetto ai prezzi applicati non superi proprio il tetto del 5%.

CONTRATTI CONTENENTI CORRETTIVI

Nel documento approvato da AGCOM, si stabilisce che i prezzi proposti dai provider di telecomunicazioni e accettati dai clienti, non possano lievitare sulla base di correttivi arbitrariamente applicati. In generale, quindi, l’operatore non può “farsi da solo una tariffa” aggiungendo dei corrispettivi addizionali rispetto alla variazione restituita dall’indice FOI. In ogni caso, l’eventuale applicazione di un adeguamento tariffario all’inflazione (indice FOI), non può avvenire, in prima battuta, prima di 12 mesi dalla stipula del contratto.

SONO NULLE LE CLAUSOLE DI ADEGUAMENTO CHE NON PREVEDONO L’ESP…

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