sabato, Luglio 27, 2024

Recensione Foamstars: il colorato party shooter di Square Enix per PS4 e PS5

FOAMSTARS: UNA DELUSIONE COLORATA
di Lorenzo Mango
10/02/2024

Square Enix ha “aperto i rubinetti” del suo colorato party shooter online: Foamstars. Il titolo per PS4 e PS5 è ambientato in un mondo dove il sapone e la schiuma sono più che semplici detergenti, perché nelle mani giuste diventano vere e proprie armi. Noi le abbiamo testate tutte, in compagnia degli altri giocatori che lo hanno scaricato gratuitamente sfruttando l’abbonamento a PlayStation Plus (Essential). Purtroppo, nonostante il look scoppiettante e l’atmosfera festaiola, Foamstars non è riuscito a convincerci appieno.

SCONTRI ONLINE DIVERSI DAL SOLITO

In Foamstars ogni combattente ha un fuoco principale, due mosse speciali e un’ultimate. Sfruttandoli si stende una patina colorata sul terreno e poi si sfruttano le porzioni insaponate con il colore del nostro team per surfare (letteralmente, ogni personaggio ha la sua tavola) e muoversi molto più in fretta. La schiuma avversaria, invece, ci rallenta e danneggia progressivamente, bagnandoci da capo a piedi. Venire ricoperti dalla schiuma degli sfidanti, tra bordate e incauti tuffi nel colore sbagliato, non porta in automatico alla sconfitta.

Le HP non sono visibili e per capire quanti ce ne restano bisogna far caso all’aspetto del proprio eroe. Quando le bolle di sapone avversario ci avvolgono del tutto ci trasformiamo in grosse “bath bomb”. In forma di palla siamo inermi e possiamo solo rotolare per allontanarci dai letali surf nemici. Per farci “esplodere” ed eliminarci definitivamente serve infatti un colpo di tavola ben piazzato di uno sfidante, ma se nel frattempo un alleato ci colpisce veniamo invece scagliati in aria e riportati in partita.

Si tratta della meccanica più interessante del gioco, coerente con il suo flow movimentato e con il tema del “surf sulla spuma”. Inoltre è soddisfacente passare dal fare fuoco al surfare contro uno o più nemici “schiumati”, o salvare all’ultimo un compagno in difficoltà. Il sapone si può anche accumulare sul pavimento in montagnole verticali, perfette per difendersi temporaneamente (giusto uno o due colpi) dalle bolle dei nostri oppositori.

Quel che succede a Bath Vegas, resta a Bath Vegas

Anche se l’anima dell’esperienza è multigiocatore, Foamstars ha una breve campagna in singolo PVE. Gli scontri sono all’ordine del giorno a Bath Vegas, città costruita per accogliere le folli competizioni a base di schiuma. Un giorno, strani mostri fatti con bolle di sapone, le Bubble Beasties, invadono le strade mettendo a rischio non solo Bath Vegas, ma il mondo intero. Il loro obiettivo sono centrali produttrici di energia vulnerabili al sapone, la cui distruzione causerebbe un danno ambientale irreparabile.

Solo i fucili dei protagonisti possono far esplodere le Bubble Beasties: così, i lottatori sono costretti a diventare difensori del bene. Per riuscire nell’impresa dovranno però allearsi con delle “bestie di bolle” più amichevoli delle altre, da cui prendono in prestito poteri e abilità speciali. Sia le premesse narrative che lo svolgimento degli eventi sono più che elementari. La loro natura di riempitivo è evidente e la ripetitività delle task annoia quasi subito. Le ondate di avversari sono sempre uguali e facili da sconfiggere, i Boss sono per la maggior parte realizzati con asset e moveset riciclati dalle mosse finali degli eroi, o sono Bubble Beasts semplici ma sovradimensionate. La sfida è inesistente, ciononostante ci sono varie schermate piene di power up sbloccabili solo per la modalità in singolo, che di conseguenza servono a ben poco. Per di più, prima e dopo ogni “livello” bisogna passare in rassegna lunghi dialoghi con testo a schermo in stile Novel, dotati oltretutto di poca profondità. Oltre alla gloria, l’unico premio per arrivare in fondo è qualche illustrazione che ritrae i personaggi “presi di sorpresa” in momenti di vita vissuta. La “storia” di Foamstars si può anche affrontare con altri giocatori in gruppi da 2, 3 o 4, ma non ha ugualmente alcun mordente o spunto interessante al di fuori del carisma e della personalità degli eroi che coinvolge.

MODALITÀ ONLINE E PAPERELLE DI GOMMA

Nell’online, chiamato Versus, si può scegliere per ora fra solo tre modalità non competitive: quindi senza rank o graduatorie. In tutte e tre le squadre che si contrappongono sono da quattro membri, che devono obbligatoriamente selezionare quattro sfidanti diversi tra gli otto presenti al lancio. La prima e più interessante sfida, secondo noi, è “Colpite la stella”. I Team lanciati nelle arene devono cospargersi di schiuma a vicenda, surfando fuori dal ring i propri oppositori per sette volte. Raggiunta la quota kill, uno dei giocatori in campo nella squadra in svantaggio diventa lo “star player”, come dire il boccino d’oro: preso lui, la partita finisce e il team degli eliminatori vince.

Dopo qualche match di assestamento in cui si passa più tempo respawnando che giocando, il ritmo delle partite diventa interessante e vincere si fa abbastanza soddisfacente. Incastrare le abilità, i movimenti e gli assalti fra compagni è fondamentale: basta anche solo un utente che “fa da sé” e si fa eliminare più volte di fila, per mettere tutti nei guai e provocare l’apparizione dello star player. Recuperare però non è impossibile: ci possono benissimo essere due star player nell’arena, uno per ogni team, e a quel punto la competizione a chi difende meglio il proprio si fa alle volte avvincente.

Le altre due modalità ci hanno convinto decisamente di meno. “La festa delle paperelle di gomma” è un semplice “scorta il payload”. Bisogna infatti prendere il controllo di una grossa papera gialla festaiola, con tanto di occhiali, ciuffo sbarazzino e papillon rosso, facendola avanzare verso l’area avversaria. Se un nemico entra in conflitto vicino alla papera, quest’ultima si ferma finché non ci sono di nuovo componenti di un’unica squadra intorno a lei. Vince chi arriva più lontano nel tempo limite, o chi spinge il bizzarro carico fin dentro la “porta” degli altri.

L’ultima è purtroppo anche la meno divertente di tutte, ma è anche quella in cui gli sviluppatori si sono sbizzarriti con il set di regole più originale. Le arene di “Buona sopravvivenza al bagno di schiuma” sono più piccole e movimentate delle altre, divise in una zona bassa e una platea più alta tutto intorno. Le squadre sono sempre da quattro giocatori, che però stavolta si dividono spazi separati: due eroi si danno battaglia al centro per eliminare i nemici, gli altri due possono muoversi solo nella zona sopraelevata, sparando schiuma colorata dall’anello più esterno del campo per favorire gli spostamenti dei propri compagni, o creare muraglie difensive.

Non è tutta schiuma quella che luccica

Tutto sommato, dato che le modalità sono semplici e le partite veloci, per un po’ una tira l’altra. Finché, dopo qualche ora, inizia a sentirsi una certa noia, complici anche i tempi di attesa in lobby non sempre corti (a meno di scegliere server alternativi a quello italiano, che sembrano mediamente più popolati). Tuttavia, è il roster di personaggi da soli otto membri a pesare sulla varietà dell’offerta, perché sono troppo pochi per un titolo basato sul gioco di squadra, sulle combinazioni tra eroi e sul fascino di questi ultimi. Affezionarsi a loro può anche essere facile, ma per provarli a fondo ci vuole pochissimo tempo. Per di più, tutti gli elementi tranne due sono disponibili da subito dopo il download e personalizzabili solo esteticamente.

Non c’è dunque nemmeno un senso di progressione nel gioco, che non ha nulla di nuovo da trovare o scoprire e avanza solo quando saliamo di livello come giocatori (ricevendo in cambio qualche oggetto casuale ogni tanto) o nel Season Pass. Quest’ultimo è dotato di una versione a pagamento con molti più premi di quello base, tra personalizzazioni per la skin della tavola da surf, del personaggio, della sua arma e della scheda che identifica ogni giocatore nella schermata precedente le partite.

Uno dei due eroi da sbloccare è contenuto proprio dentro al pass gratuito, circa a metà (ci vuole qualche ora per ottenerlo, a meno di pagare il pass completo per averlo subito). L’altro è celato dietro il sistema di achievement interni al titolo: raggiunto un obiettivo specifico (molto semplice) lo avremo a disposizione. Non si cambia arma o di equipaggiamento, ogni eroe ha il suo e basta. Al massimo si può diversificare un set di tre gemme a nostra scelta per ciascuno, per potenziare Statistiche specifiche come velocità di ricarica o di movimento nel gioco online.

Senza una modalità competitiva e con così poche variabili in campo, insomma, Foamstars si prova tutto più volte e in poco tempo. Manca uno sprone a restare connessi, possibilmente slegato dal Season Pass. Che non può bastare come unico incentivo, soprattutto perché si paga a parte. È un vero peccato che ci siano così pochi contenuti ludici, e che quelli estetici siano tutti acquistabili solo in valuta reale.

Protagonisti spumeggianti

Il design dei protagonisti, così come quello delle Arene di Bath Vegas, è accattivante e diversificato quanto basta, anche se ci sono personaggi più efficaci d’altri in battaglia. Ciascuno degli eroi è a suo modo utile, chi per creare in fretta percorsi su cui surfare, chi per “schiumare” in pochi colpi i nemici, chi per fare da scudo agli alleati. C’è l’espansivo tank chiamato Jet Giustizia, che prima spara enormi scariche di bolle dal suo fucile a pompa, poi si lancia sui nemici con una mossa da Wrestling scenografica e soddisfacente.

La sua Bubble Beast si chiama Graviton ed è un “peso massimo” nel mondo della schiuma: con il suo potere Jet può creare un enorme scudo insaponato indistruttibile quando usa la sua ultimate, e difendere tutti i suoi compagni. È il nostro preferito, anche per lo stile e l’apparenza così diversa dagli altri membri del cast. Insomma, la sua giacca gonfiabile tutta bianca si fa notare molto fra le maniche cucite al neon, le taniche piene di liquidi colorati e la pettinatura improbabile. Sono altrettanto curiosi anche Pen Guina e Mel T: Come Jet si distinguono sia per la varietà d’utilizzo, che per il design e la “lore”. La prima è infatti una “soldatessa pinguino” con tanto di maschera e becco, che si è addestrata al gelo con i volatili glaciali e una foca sergente per diventare un cecchino imbattibile. Con il suo fucile d’assalto a raffiche di bolle piccole, ma rapidissime, Pen è inarrestabile se la si usa bene, anche se ha pochi HP. Mentre Mel T è il personaggio che si sblocca con il Season Pass: è una Idol amante del gelato al punto da possedere un Bazooka che lancia coni di bolle colorate a ricerca. Candy, un cavallino di bolle dolcissimo, è il suo mostro personale, con una Ultimate esplosiva degna delle migliori “Kamehameha” di Dragonball. Tuttavia, a proposito di onde energetiche, gli sviluppatori di Square hanno un po’ esagerato con l’effettistica.

Anche in Splatoon ci sono esplosioni di colore, schizzi e bombe, proiettili e missili tutti diversi, che zigzagando rendono in breve tempo le arene luoghi “pieni” dove solo i più abili sanno sempre orientarsi (qui la recensione di Splatoon 3). Foamstars, però, è più confusionario anche dopo ore di gioco e con una buona dimestichezza. La leggibilità dell’azione è messa a dura prova non solo dai monti di schiuma, ma anche dal livello di dettaglio e dei colori usati per Sfondi e piattaforme.

È bello darsi battaglia su un’enorme Roulette tutta oro, rosso e verde, ma quando la spuma si accumula verso fine partita si perde un po’ troppo il senso dell’orientamento. In questo caso, insomma, l’abbondanza diventa un difetto. Un pizzico di semplicità in più nel design delle arene avrebbe giovato parecchio e messo di più in risalto le palette e le skin dei protagonisti, evitando al contempo il frustrante caos che avvolge tutti gli scontri più concitati.

Sul fronte estetico e prestazionale, Foamstars si comporta anche bene. Non è l’ultimo ritrovato in termini grafici, sia chiaro, ma i modelli dei combattenti sono piacevoli a vedersi, così come l’immagine nel suo complesso. A parte i saltuari problemi della telecamera con i monti di schiuma, non abbiamo sperimentato rallentamenti evidenti né online, né in singolo. Il net code è solido, ma quando un giocatore si disconnette anche per errore la partita si interrompe per tutti e non ci sono vincitori, vinti o penalità.

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