domenica, Maggio 19, 2024

Resident Evil 1.5: La genesi travagliata di un capolavoro del survival horror

LO STRAVOLGIMENTO DI RESIDENT EVIL 1.5

Resident Evil 2 è considerato ancora oggi uno dei più grandi survival horror di tutti i tempi, capace di fare furore all’epoca della sua originale uscita su PlayStation nel lontano 1998. Ma la sua genesi è stata piuttosto travagliata e con radicali cambiamenti in corso d’Opera. In origine, infatti, il gioco era ben diverso.

LA GENESI DI RESIDENT EVIL 1.5

Prima di raggiungere la sua forma definitiva, Resident Evil 2 stava seguendo una direzione differente, con una prima versione del gioco che venne scartata quando ormai era vicina al suo completamento. Quella versione è oggi nota tra gli appassionati della serie Capcom come Resident Evil 1.5, un prototipo mai pubblicato ufficialmente ma riscoperto con il passare degli anni grazie a numerose testimonianze Video e l’arrivo di una build non ufficiale che l’ha reso giocabile.

I DETTAGLI DI RESIDENT EVIL 1.5

Sempre diretto da Hideki Kamiya e con Shinji Mikami nelle vesti di producer, i lavori sul “primo” Resident Evil 2 partirono una volta completato lo sviluppo del capitolo originale, con la pubblicazione del gioco inizialmente fissata al maggio del 1997. Leon S. Kennedy era sempre previsto come protagonista maschile, ma nella build originale Claire Redfield non esisteva: al suo posto c’era infatti Elza Walker, una semplice motociclista non collegata a nessun altro personaggio della serie.

RADICALI CAMBIAMENTI NEGLI NPC

Molti personaggi secondari visti in RE2 avevano inoltre un ruolo diverso in RE1.5: il capo della polizia Brian Irons anziché un nemico era infatti un alleato dei protagonisti, proprio come Marvin Branagh che non si limitava a una semplice comparsa a inizio gioco ma avrebbe attivamente sostenuto Leon ed Elza. La celebre Ada Wong non era semplicemente una spia, ma una ricercatrice a tutti gli effetti della Umbrella Corporation sempre con il compito di recuperare il G-Virus. Tra gli altri personaggi di supporto troviamo inoltre John, un civile rinchiuso in una cella dell’R.P.D., e Roy, un poliziotto che finirà zombificato a un certo punto della storia. I due NPC sono stati poi rimossi da RE2, sebbene la figura di John verrà poi riutilizzata per caratterizzare l’armaiolo Robert Kendo e il giornalista Ben Bertolucci nel gioco definitivo.

DIFFERENZE NELLA STORIA E NELLA STRUTTURA

Anche la storia differisce parzialmente da quanto poi visto nell’opera del 1998: a differenza di quanto poi effettivamente raccontato, in RE1.5 l’Umbrella aveva già chiuso i battenti dopo le testimonianze degli agenti S.T.A.R.S. sopravvissuti a Villa Spencer, tuttavia dal laboratorio abbandonato nel sottosuolo di Raccoon City fuggiranno numerose creature ed esperimenti falliti che diffonderanno il T-Virus per tutta la città. Il Dipartimento di Polizia di Raccoon City è ancora lo scenario principale, tuttavia aveva un design quasi irriconoscibile rispetto a quanto poi visto nel Resident Evil 2 ufficiale: aveva infatti una struttura molto più moderna, al contrario dell’R.P.D. definitivo costruito sulla base di un vecchio museo in disuso.

INNOVAZIONI NEL GAMEPLAY

Per quanto riguarda il gameplay, il gioco inizialmente prevedeva una presenza massiccia di zombie su schermo, mostri che mutavano con il passare del tempo ed equipaggiamenti difensivi come armature e giubbotti antiproiettile. Erano presenti anche armi bio-organiche poi scartate dalla versione definitiva, come un ibrido uomo-ragno e gorilla zombificati: nessuna di queste creature è stata mai più riproposta in altri episodi della serie.

IL REBOOT E IL SUCCESSO FINALE DI RESIDENT EVIL 2

In origine Capcom aveva concepito RE2 come il gioco conclusivo della serie, che avrebbe dato risposta a tutti i quesiti rimasti irrisolti del primo episodio, in quanto la compagnia era convinta che il primo Resident Evil non si sarebbe rivelato un successo commerciale. Con il capostipite che ha invece lasciato il segno, al seguito venne riconosciuta molta più importanza e lo sviluppo proseguì spedito: al momento dello stop alla prima versione si stima che i lavori fossero completi quasi all’80%. Tuttavia, in seguito ad alcuni rinvii, Capcom decise di cancellare la versione poi passata alla storia come Resident Evil 1.5, proprio quando mancava davvero poco alla fine dello sviluppo e dopo aver già ampiamente diffuso materiale promozionale relativo al gioco. L’opera subì un completo reboot ripartendo quasi da zero: Resident Evil 2 così come lo conosciamo divenne infine realtà nel gennaio del 1998.

LA DECISIONE DI RIINIZIARE DA ZERO

Il motivo dietro un tale stravolgimento venne poi rivelato: nessuno all’interno di Capcom, Mikami compreso, era soddisfatto della qualità raggiunta da Resident Evil 1.5, ritenuto ben lontano dagli standard previsti. Il titolo preso nel suo insieme era visto come noioso e privo di spunti, ed anche l’ambientazione principale, per come inizialmente concepita, era considerata lontana anni luce dalla creatività di Villa Spencer vista nel primo Resident Evil. Fu così che venne riavviato tutto, una decisione che cambierà le sorti non solo del gioco ma anche della serie: Resident Evil 2 è ancora oggi considerato tra i migliori giochi dell’epoca PS1 nonché uno dei più importanti survival horror mai creati.

UNA TRACCIA DEL PASSATO

Tantissimi anni dopo, Capcom farà un rimando a quella versione mai divenuta realtà del suo capolavoro: il costume di Elza Walker è presente in Resident Evil 2 Remake come extra per Claire Redfield.

CONCLUSIONE

La storia di Resident Evil 1.5 è un capitolo affascinante nella genesi di uno dei giochi più importanti della storia dei Videogiochi. Il suo travagliato sviluppo e i radicali cambiamenti che ha subito prima di diventare l’iconico Resident Evil 2 sono un esempio straordinario di come la creatività e la determinazione possano portare a opere di grande successo nonostante le avversità.

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