mercoledì, Maggio 8, 2024

Ricordo polemico: da OpenAI a realtà commerciale controllata da Microsoft

Elon Musk RICORDA OPENAI, DA DONAZIONE NVIDIA A CRISI DI IDENTITÀ

Era il 2016 quando il numero uno di NVidia, Jen-Hsun Huang, si fece avanti per donare un server DGX-1 a quella che era una Startup appena fondata, OpenAI. Nata sotto l’ala di Elon Musk, a fine 2015, OpenAI aveva dinanzi a sé un futuro luminoso: conosciamo tutti l’ascesa vorticosa dell’azienda e lo strettissimo legame ormai stabilito con Microsoft e i suoi prodotti.

DGX-1 fu il primo sistema server (il primo di una lunga serie) progettato da NVidia per l’accelerazione delle prestazioni di calcolo nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale e del deep learning. Equipaggiato con una batteria GPU NVidia Tesla, il sistema mirava ad offrire le migliori prestazioni possibili nelle attività di calcolo parallelo. La macchina era preconfigurata con Software per il deep learning e strumenti di sviluppo, semplificando così l’implementazione e l’utilizzo di modelli avanzati.

Elon Musk ricorda l’evento con la pubblicazione di una serie di foto inedite

Cofondatore di OpenAI, Musk ha abbandonato l’azienda nel 2018 a causa di presunti conflitti di interessi e del percepito cambio di rotta da parte dell’organizzazione no-profit vera pioniera nel settore dell’intelligenza artificiale. Oggi OpenAI è una realtà commerciale a tutti gli effetti, lontana dalle spiccate inclinazioni verso il mondo open source che aveva manifestato agli albori. Un modus operandi che ha alimentato non poche frizioni tra Musk e l’attuale CEO di OpenAI, Sam Altman.

In un post pubblicato su X, Musk ha tuttavia voluto celebrare i primi giorni di OpenAI e l’iniziativa promossa da Huang con la pubblicazione di una serie di foto inedite, scattate all’epoca della donazione di DGX-1.

“Vorrei ringraziare NVidia e Jensen per aver donato il primo supercomputer AI DGX-1 a OpenAI, a sostegno della democratizzazione dell’intelligenza artificiale“, aveva scritto Musk nel 2016. E oggi, ricordando quello storico tweet e aggiungendo le foto tratte dal suo archivio personale ha lanciato una pesante frecciata verso l’attuale gestione: “guardate ora cosa è successo a OpenAI“.

Il riferimento è, ovviamente, al percorso intrapreso da OpenAI negli ultimi anni. Musk ricorda di aver scelto il nome “Open” per “OpenAI” perché la startup potesse fungere da contrappeso a Google. “Ma ora è diventata una realtà closed source, una società che guarda al massimo profitto ed effettivamente controllata da Microsoft“, ha aggiunto.

Come si presentava il sistema DGX-1 donato da NVidia

Il supercomputer AI NVidia DGX-1 ha subìto significativi aggiornamenti dal momento del lancio nel 2016. Quando Huang la portò in OpenAI, comunque, si trattava di un sistema da 129.000 dollari che integrava 8 GPU NVidia Tesla P100 (Pascal), con l’intero sistema in grado di esprimere fino a 170 TeraFLOP (FP16) di potenza.

NVidia ha successivamente lanciato DGX-2 (Volta), Server DGX A100 (Ampere) e la sua ultima generazione Server DGX H100 (Hopper). Sistemi ancora più grandi come il supercomputer DGX GH200 AI che utilizza 256 superchip Grace Hopper Superchip in totale, sono i prodotti più recenti della famiglia.

Le soluzioni per l’intelligenza artificiale arricchiscono le casse di NVidia che cresce tanto

Quell’investimento e gli altri che seguirono, sono la conferma della visione “azzeccata” di Huang. Oggi NVidia come azienda ha raggiunto 250 miliardi di dollari di valore sul mercato azionario, il suo massimo storico. NVidia diventa quindi la terza società con la migliore capitalizzazione in assoluto dopo Microsoft ed Apple.

L’amministratore delegato di NVidia, ha visto così salire il suo patrimonio da 8,5 miliardi di dollari a 68,1 miliardi di dollari, posizionandosi al 21° posto tra le persone più ricche al mondo.

Le performance impressionanti fatte registrare dall’azienda sono guidate dalla forte domanda di GPU AI e HPC, nonché di schede grafiche per il mondo professionale e il segmento gaming.

Com’è ovvio, i ricavi più importanti derivano dagli ordinativi provenienti dai partner high-tech, a partire dai fornitori di servizi cloud come Microsoft, Google, Meta e altri. E sebbene gli USA continuino a bloccare le esportazioni dei prodotti verso la Cina, il dominio di NVidia nel mercato dei processori AI di fascia alta rimane incontrastato (circa l’80% è proprio della società guidata da Huang).

Le foto nell’articolo sono tratte dal post di Elon Musk.

Michele Nasi

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