lunedì, Maggio 20, 2024

Tomb Raider I-III Remastered: l’iconica Lara Croft rivive in una raccolta ricca di nostalgia e sfide

TOMB RAIDER I-III REMASTERED STARRING LARA CROFT: UN VIAGGIO NOSTALGICO NEL PASSATO DEL GAMING

Il personaggio di Lara Croft è una delle icone più riconoscibili della storia del medium, protagonista di una saga che nel lontano 1996 segnò un significativo passo avanti per la rappresentazione delle donne nei Videogiochi. Sebbene oggi, a 28 anni di distanza da quel primo esordio, la sua figura possa apparire ambivalente e perfino controversa, è indubbio come l’esploratrice britannica abbia lasciato un profondo segno nella cultura pop, varcando a più riprese i confini dell’intrattenimento digitale per calcare le scene di film, fumetti, Video musicali e spot televisivi.

Tomb Raider I-III Remastered Starring Lara Croft, riedizione cumulativa realizzata da Aspyr Media, è una lettera d’amore proprio all’età dell’oro del personaggio di Core Design, e pertanto più che capace di colpire al cuore i fan della prima ora. Tutti gli altri, però, potrebbero faticare – e non poco – ad apprezzare appieno il ritorno in alta definizione dell’eroina.

UNA RACCOLTA PIENA DI NOSTALGIA

Partiamo subito col dire che la raccolta curata da Aspyr Media può essere tranquillamente annoverata tra i migliori prodotti realizzati dal team texano, che quasi un trentennio fa aveva già contribuito alla pubblicazione delle avventure di Lara Croft – su macOS – col supporto della defunta Westlake Interactive.

Stabilito questo primo parametro, urge però precisare l’ovvio: trattandosi della rimasterizzazione di una trilogia avviata nel lontano 1996, sarebbe quantomeno azzardato aspettarsi che l’offerta di Aspyr sia ad oggi perfettamente godibile, specialmente per chi non ha mai dovuto affrontare in prima persona le sfide proposte dalle versioni originali. In buona sostanza, insomma, ci preme chiarire che Tomb Raider I-III Remastered Starring Lara Croft è una produzione che si rivolge principalmente ad una platea di nostalgici e storici estimatori della saga, tranquillamente in grado di soprassedere sulle asperità di un impianto ludico che non è certo invecchiato benissimo.

Questo non vuol certo dire che il lavoro svolto dallo studio di Austin sia stato pigro o superficiale, specialmente in relazione ai caratteri tipici di questo genere di operazioni. D’altronde il pacchetto composto da Aspyr mostra interventi che talvolta eccedono lo standard delle “remastered” videoludiche, il tutto mantenendo una buona armonia con il taglio artistico delle versioni originali. Il primo aspetto sul quale sono intervenuti gli sviluppatori è ovviamente il texturing degli scenari che fanno da teatro alle avventure di Lady Croft, oggetto di una revisione tanto radicale quanto attenta: ogni superficie di ciascun gioco è stata infatti rivestita con asset in alta risoluzione nuovi di pacca, torniti per donare alle ambientazioni un livello di dettaglio inedito senza però stravolgerne l’impostazione stilistica, anche per quel che riguarda il loro assetto cromatico.

Sebbene sia probabile che Aspyr abbia usato, almeno come punto di partenza, un sistema di upscaling basato sull’IA, nel corso delle nostre avventure non siamo mai incappati in sbavature che rendessero palese questa pratica. Sì, di tanto in tanto può capitare di imbattersi in un paio di texture meno convincenti, ma nel complesso si vede che il team ha dedicato la giusta attenzione a questo importante tassello della proposta. Per quanto le geometrie del mondo di gioco siano rimaste sostanzialmente intatte, gli sviluppatori hanno inoltre provveduto a disseminare qua e là piccole aggiunte poligonali atte a migliorare la resa generale dei livelli, di nuovo senza intaccare il senso di familiarità trasmesso dall’ensemble. Anche la revisione estetica della protagonista, ben più significativa, non tradisce la rispettosa rotta tracciata da Aspyr per questa raccolta: il modello poligonale di Lara è molto vicino a quello visto in Tomb Raider: Legend e Anniversary, che a sua volta era un’efficace evoluzione dell’aspetto classico del personaggio.

L’avventura richiede pazienza e coraggio

Il catalogo delle migliorie messe a punto da Aspyr comprende anche l’implementazione di un nuovo sistema d’illuminazione, che dona agli ambienti un aspetto più credibile e naturale, complice l’utilizzo di alcuni stratagemmi “low tech” per simulare gli effetti della riflessione luminosa. Non si tratta di innesti particolarmente sofisticati, lo ribadiamo, ma il risultato resta comunque pregevole e coerente con la direzione artistica della trilogia.

La gestione luminosa delle remastered ben si sposa con l’aumentata distanza di visualizzazione degli scenari più ampi, ma ci sono circostanze in cui sentirete la mancanza della frequente sovraesposizione dei vecchi giochi. Questo perché in alcuni frangenti la nuova illuminazione può rendere la scena un po’ troppo buia, aumentando artificialmente il livello di sfida di un gameplay modellato sulla base di parametri vecchi di un quarto di secolo. C’è di buono che Tomb Raider I-III Remastered consente di passare alla “modalità classica” con la semplice pressione di un tasto, anche per rendere immediatamente chiara l’entità del lavoro svolto da Aspyr.

A dirla tutta, però, la succitata modalità Grafica non rispecchia appieno l’assetto delle controparti originali, proponendo invece una particolare via di mezzo tra le versioni console e PC di ciascuno dei tre giochi. Non si tratta di un stortura vera e propria, badate, ma probabilmente di un compromesso orchestrato uniformare “l’effetto nostalgia” suscitato dalla trilogia. Pur trattandosi quindi di una piacevole aggiunta, va però detto che la modalità classica (a 30 fps) mostra qualche significativo problema di frame pacing, del tutto assente optando per i 60 fps delle versioni rimasterizzate.

Circa la godibilità di queste ultime, si tratta di un fattore del tutto subordinato alla vostra capacità di adeguarvi alle bizze di un sistema di controllo con quasi tre decenni sulle spalle, che dagli anni ‘90 ad oggi non è certo migliorato come capita al buon vino. Detto ciò, riteniamo che in questo caso i “tank controls” di una volta siano comunque da preferire all’alternativa “moderna” aggiunta per l’occasione da Aspyr Media.

Appare infatti evidente come questo sistema di input, probabilmente plasmato a partire da quello sviluppato da Crystal Dynamics negli anni 2000, non si adatti granché bene alle necessità del gameplay dei primi tre Tomb Raider, e pertanto il preset tende a rendere l’esperienza mediamente più frustrante e macchinosa, con il contributo di una telecamera non particolarmente collaborativa.

Tomb Raider I-III Remastered Starring Lara Croft è insomma una raccolta che richiede la giusta dose di pazienza e dedizione, ma sa comunque regalare agli appassionati un piacevolissimo viaggio sul viale dei ricordi. Memorie legate al profilo di una vera e propria icona del medium, che speriamo caldamente possa tornare a calcare le scene in un futuro non troppo lontano (questo è il nuovo design di Lara Croft in Tomb Raider Next?).

Articolo a cura di Alessandro Bruni, pubblicato il 15/02/2024.

Disponibile per:
– Pc
– PS4
Xbox One
– Switch
– Xbox One X
– PS4 Pro
– PS5
– Xbox Series X
– SteamDeck

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