giovedì, Maggio 2, 2024

I nodi inode e lo scontro tra Linus Torvalds e uno sviluppatore Google

LINUS TORVALDS: I SUOI DURI TONI CONTRO UNO SVILUPPATORE Google

Gli Inode (Index Node) sono una struttura fondamentale nei file system utilizzati dai Sistemi Operativi Unix e Unix-like, come Linux. Contengono metadati associati a file e directory, fornendo informazioni sulle proprietà e sulla posizione fisica dei dati all’interno del sistema di archiviazione.

L’utilità degli inode, che Red Hat descrive in questa pagina, è indiscussa: consentono al sistema operativo di gestire in modo efficiente i file, consentendo un rapido accesso ai metadati e alle informazioni sugli oggetti memorizzati. L’uso degli inode evita la duplicazione delle informazioni su disco, contribuendo a risparmiare spazio di archiviazione.

UN LINUS TORVALDS IMBUFALITO COME NON MAI, SI SCAGLIA CONTRO UNO SVILUPPATORE GOOGLE

Mentre Rostedt, da parte sua, ha suggerito che tutti gli inode dovrebbero avere identificativi univoci, Torvalds sostiene che – data l’evoluzione dei moderni file system – essi non rappresentino più un descrittore univoco. Una posizione diametralmente opposta che ha portato l’ideatore del kernel Linux ad alzare i toni, ricorrendo a parole davvero pesanti.

Torvalds ha ammonito Rostedt di “non complicare le cose più di quanto sia necessario” e di smettere di copiare le funzioni dello strato VFS (Virtual File System), considerando questa pratica una “pessima idea“. Ha poi rincarato la dose sostenendo che Rostedt avrebbe replicato una funzione senza comprenderla appieno e ha definito “sporco” il codice da egli prodotto.

“E dannazione, SMETTI DI COPIARE LE FUNZIONI DEL LAYER VFS. È stata una cattiva idea l’ultima volta, è un’idea terribilmente cattiva anche questa volta. Non accetterò questo tipo di schifezze“, sono le parole dirette a Rostedt.

COS’È IL LAYER VFS?

Il layer VFS è uno strato di astrazione implementato a livello di kernel che fornisce un’interfaccia comune per le operazioni di gestione dei file, indipendentemente dal file system utilizzato. Permette alle applicazioni e agli altri componenti del sistema operativo di interagire con i file con un approccio “unificato”, senza doversi preoccupare dei dettagli specifici del file system sottostante. VFS consente al sistema operativo di gestire in modo trasparente una varietà di file system: ext4, NTFS, FAT32 e altri ancora. Le chiamate di sistema e le interfacce che mette a disposizione, consentono di aprire, chiudere, leggere, scrivere e manipolare i file. Quando un’applicazione richiede un’operazione sui file, questa richiesta passa attraverso il layer VFS, che a sua volta instrada la richiesta al file system appropriato.

TORVALDS INCAPPA NEGLI STESSI ERRORI

Nel 2018, Torvalds aveva deciso di prendersi una pausa, dopo una serie di comportamenti giudicati come “sconsiderati” e “non professionali”. Si era scusato con i partecipanti alla mailing list che si occupa di seguire lo sviluppo del kernel Linux, un ambiente di lavoro che accoglie molti contributori volontari. Dopo solo un mese di interruzione, Torvalds è tornato alla guida del kernel Linux. L’incidente che lo ha visto protagonista in questi giorni, tuttavia, ci riporta indietro nel tempo e cozza con il concetto più volte ribadito: “solo il tempo e gli utilizzatori del Software possano dichiarare un codice migliore di un altro” (dal testo Rivoluzionario per caso, come ho creato Linux solo per divertirmi).

“Ho sprecato abbastanza tempo con questo” (Steven Rostedt, n.d.r.) e “sono molto indietro con le mie altre responsabilità“, è sbottato Torvalds, per poi placarsi e tornare a un linguaggio più pacato.

Al di là delle singole opinioni, non è possibile non ricordare come la comunità Linux – poggiando su contributi volontari – stia in equilibrio sul dialogo costruttivo e rispettoso. L’utilizzo di toni offensivi può seriamente danneggiare la collaborazione e compromettere lo sviluppo del progetto. Una mailing list come quella del kernel Linux dovrebbe essere lontana dai toni che troppo spesso, purtroppo, condiscono le discussioni sui social. Anzi, dovrebbero essere ambienti in cui si conosce cos’è la netiquette, insieme di regole informali e di buona educazione che almeno i pionieri del mondo informatico dovrebbero rammentare (risalgono al 1995).

Credit immagine in apertura: Microsoft Bing Image Creator.

E’ evidente che i toni accesi e la parleria epistolare sono un segno di come il mondo informatico, pur essendo un ambiente stimolante e collaborativo, possa nascondere tensioni e divergenze di opinione che emergono talvolta in maniera eccessiva. La vicenda di Rostedt e Torvalds riflette l’importanza di mantenere un dialogo costruttivo e rispettoso anche nei più autorevoli ambienti tecnici.

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